Fumetti dal Futuro
Quattro storie di autoproduzione – regia Serena Dovì
La rinascita dell’autoproduzione fumettistica in Italia, dopo gli anni ’70, periodo d’oro di Cannibale e Frigidaire, avviene alla fine degli anni ’90 per culminare negli anni 2000, ed è lo specchio della grande disillusione del periodo. I protagonisti del documentario sono quattro fumettisti diversissimi tra loro: Ratigher, Maicol&Mirco, Alessandro Baronciani e Dr. Pira. Tutti e quattro hanno iniziato sul finire degli anni ’90 ad autoprodurre fumetti. Tutti e quattro, in qualche modo, hanno creato delle opere in controtendenza con quello che circolava di autoproduzioni in quel periodo. Per tutta la durata del film (48 minuti circa) I fumettisti si raccontano. Parlano delle origini, di come hanno iniziato a fare fumetti, da cosa si solo lasciati ispirare, che tipo di storie amano raccontare. Spiegano metodi di scrittura e di disegno, il loro rapporto col lettore, la loro arte. Il tutto viene presentato in modo comico e leggero, il montaggio è dinamico e le opere mostrate sono uniche nel loro genere. Da metà documentario in poi si esplorano le ultime graphic novels prodotte da ognuno, tutte vendute col metodo Prima o Mai inventato da Ratigher. Il metodo consistere nel mettere in prevendita un libro per un periodo limitato, e se non viene acquistato in quel lasso di tempo, non lo si potrà avere mai più. Attraverso questo argomento, gli autori esplorano i motivi, le paure e le necessità espressive ed economiche che li hanno portati a ricorrere all’autoproduzione
Proiezione: Venerdì 2 dicembre
Ore: 11,00 e 22,00
Location: Fondazione Paolo Grassi
Nat e il segreto di Eleonora
Dal romanzo “Nat e il segreto di Eleonora” di Rébecca Dautremer
Quando muore la zia Eleonora, la famiglia di Natanaël eredita una casa sulla scogliera. Una volta preso possesso della casa per le vacanze estive, Nat scopre di aver ricevuto in dono un’intera biblioteca piena dei testi originali di quelle favole che la zia era solita raccontargli. Il problema è che Nat non sa ancora leggere e di tutti quei libri non sa che farsene, finché non scopre che questi nella notte si animano e che i loro personaggi escono dalle pagine e prendono vita. Un giorno, per poter pagare alcune riparazioni della casa, i genitori prendono la decisione di vendere tutti i libri al gretto rigattiere Ramazzatutto, al che l’unica soluzione per Nat per salvare i suoi personaggi è dimostrarsi un eroe e vivere un’avventura come quella dei racconti che ama.
Proiezione: Venerdì 2 dicembre
Ore 16.30
Location: Fondazione Paolo Grassi
“Persepolis”
Dal fumetto “Persepolis. Histoire d’une femme insoumise” di Marjane Satrapi
Trama: Marjane è una bambina curiosa, allegra ed energica. I suoi genitori sono di educazione cittadina borghese e libertaria, così come la nonna. Lo zio, proveniente da un gruppo comunista delle province dell’Azerbaijan, viene liberato dalla prigione, dov’era rinchiuso insieme ad altri prigionieri politici, e Marjane si avvicina grazie a lui alla politica e agli eventi che sta vivendo il suo Paese. Lo zio le racconta la sua storia, le sue sofferenze e di come abbia combattuto per il trionfo del proletariato, scappando perfino in Unione Sovietica. La piccola è affascinata e, mentre in Iran la rivoluzione islamica giorno dopo giorno sta prendendo piede, aumenta il proprio coinvolgimento nella vita politica del Paese.
Quando scoppia la guerra con l’Iraq, e di fronte a una società sempre meno laica, i genitori la vogliono proteggere e la mandano all’estero, al liceo francese di Vienna. Marjane però non si adatta bene alla vita europea. Passa di casa in casa, conoscendo la cultura occidentale, frequentando i ritrovi giovanili e vivendo per la prima volta l’amore, che però finisce presto, lasciandola talmente delusa da farla vagare per Vienna, senza un tetto. A causa del fumo e delle notti trascorse all’aperto, Marjane rischia la vita: dopo essere stata ricoverata in ospedale ed essere guarita, chiede ai suoi genitori di poter tornare a casa, ma senza che facciano domande sugli anni passati in Austria.
Tornata in Iran si deprime sempre più, perché trova il suo paese in condizioni peggiori di come lo aveva lasciato. Decide di sposarsi, ma la vita coniugale si rivela deludente, così come il ritorno nel Paese natio. Di fronte all’evoluzione negativa, Marjane chiede il divorzio, lascia Teheran e si trasferisce a Parigi, lasciando i genitori e la nonna.
Proiezione: Sabato 3 dicembre
Ore: 12,00
Location: Fondazione Paolo Grassi
Ghost World
Dal romanzo “Ghost World” di Daniel Crowels
Enid e Rebecca sono due coetanee all’ultimo anno di scuola superiore in una cittadina della provincia americana. Più intelligenti della media, guardano con sarcasmo e nera ironia il mondo che le circonda; per esempio, quando durante la festa del diploma una compagna parla in pubblico da una sedia a rotelle dei propri progressi dopo un brutto incidente, le due commentano che forse non le sarebbe accaduto nulla se non fosse stata un’alcolizzata cronica. Il diploma è per loro la liberazione dall’incubo dalla scuola, ma ora inizia la vita vera; inoltre, Enid è obbligata a frequentare un corso di recupero estivo.
Due avventori in un café diventano per scherzo, ai loro occhi, due satanisti. Leggendo gli annunci personali sul giornale notano che un anonimo “con un cardigan verde” cerca di mettersi in contatto con una donna incontrata per caso all’aeroporto, per scherzo telefonano e danno appuntamento all’uomo in un bar.
Tra i pochi dei quali le due cercano la compagnia c’è Josh, un diciannovenne che lavora come commesso in un negozio. Il proprietario non approva che il suo dipendente si distragga, ma le due ragazze lo mettono sempre in imbarazzo. Si presentano prima della chiusura per chiedergli un passaggio in auto; in realtà lo costringono a accompagnarle all’appuntamento con il tizio dell’annuncio. I tre, seduti a un tavolo, osservano la vittima dello scherzo, un uomo di mezz’età che indossando il suo cardigan verde attende inutilmente la donna dell’aeroporto. Enid e Rebecca lo trovano patetico, e convincono il contrariato Josh a seguirlo in auto per vedere dove abita. Ai loro occhi, l’uomo ha il comportamento classico di un perdente.
Per il recupero estivo, Enid ha scelto un corso di Arte tenuto da Roberta Allsworth, un’insegnante di mezz’età che privilegia il significato rispetto all’espressività. Enid, appassionata di disegno, nota presto che i lavori sono più apprezzati sono quelli dei partecipanti che “vendono” meglio l’opera con il linguaggio che usa Roberta.
Per passare il tempo, nell’attesa di trovare un lavoro per trasferirsi a vivere da sole, le due ragazze proseguono nelle loro ironiche attenzioni verso l’uomo dal cardigan, che si chiama Seymour. Tornate a casa sua scoprono che vende vinili usati a un mercatino svuota-cantine; per attaccare bottone, Enid acquista un vecchio long playing di musica blues inciso negli anni Trenta.
Mentre commentano con sarcasmo l’episodio passeggiando, incontrano Norman, un uomo anziano che aspetta tutti i giorni il bus a una fermata soppressa due anni prima. Tornano a importunare Josh, che in fondo piace a Enid, ma non trovandolo in casa gli lasciano un biglietto con pesanti allusioni sexy. Il padre di Enid è un vedovo affettuoso ma in fondo superficiale che non riesce a gestire il rapporto con la figlia; la ragazzina è disgustata dal ritorno in scena di Maxine, una donna con la quale lui ha avuto una relazione. Una sera in cui Enid non ha voglia di ascoltare la solita musica rock, mette sul piatto il vinile di Seymour e rimane incantata dalla magia di uno dei brani.
Il giorno successivo torna al mercatino e chiede a Seymour se ha altri dischi simili; non è stato però il brano di Memphis Minnie a colpirla, come pensava lui, bensì Devil Got My Woman di Skip James. Rebecca è perplessa dal fatto che Enid stia cambiando idea su Seymour, a maggior ragione quando l’amica la invita a una “festa” che si rivela in realtà una riunione di una decina di collezionisti di mezza età a casa dell’uomo, sorpreso dal loro arrivo. Abbandonata Rebecca alla presenza di un importuno corteggiatore, Enid viene ammessa da Seymour alla sua sterminata collezione di dischi degli anni Venti e Trenta. La ragazza si prende qualche confidenza, viene a sapere che lui da tempo non si vede con una donna, che si considera un perdente e che è conscio del fatto che la sua mania di collezionismo è un antidoto alla solitudine; perciò si incarica spontaneamente di procurargli un appuntamento.
I due passano un pomeriggio in città. Che tipo di donna piace a Seymour? Qualcuna che condivida i suoi interessi? Al contrario, lui vorrebbe una che sia “l’esatto contrario di se stesso”. Josh li vede insieme e rimane esterrefatto, ha riconosciuto l’uomo dal cardigan. Enid trascina Seymour in un sexy-shop dove si è sempre vergognata a entrare con Rebecca, e lo mette in imbarazzo con l’esagerato entusiasmo per l’oggettistica kitsch. Più tardi la ragazza si presenta a Rebecca, che lavora come barista in una catena di caffè, indossando una maschera da bat-girl; l’amica non può credere che lei sia divenuta amica del perdente Seymour e che non abbia ancora trovato un lavoro per dividere le spese dell’affitto.
Enid accompagna Seymour in un locale dove suona un anziano bluesman, fra l’indifferenza degli avventori. Convince una donna a prendere il proprio posto al tavolo con Seymour, ma lui non riesce a essere così brillante da attirare il suo interesse. Tornati a casa di Seymour, Enid nota tra il materiale collezionato un cartellone pubblicitario degli anni Venti, la parodia inizio secolo di un ragazzo negro: è il precedente marchio di Cook’s Chicken, la catena di ristorazione per cui Seymour lavora come impiegato. Se lo fa prestare e lo presenta al corso d’arte come elaborazione sul tema del razzismo connaturato nella cultura americana, suscitando l’approvazione di Roberta.
Enid trova lavoro al bar di un cinema ma si fa licenziare per il suo sarcasmo. Di fronte alla disapprovazione di Rebecca decide di tentare a sua volta un mercatino svuota-cantine, ma di fronte a possibili acquirenti non si convince a vendere giocattoli da bambina e vecchi vestiti. Enid convince un riottoso Seymour a accettare di incontrare da Dana, la donna dell’aeroporto che risponde con parecchio ritardo al suo annuncio sul giornale.
Da questo momento in poi tutto va a rotoli per Enid. Suo padre ritorna insieme a Maxine, che lei detesta; Rebecca decide di affittare un appartamentino da sola perché lei non può condividere le spese; Seymour non ha più tempo per lei perché comincia a uscire con Dana, la quale non capisce il rapporto fra loro due. Come se non bastasse, il suo lavoro su Cook’s Chicken esposto alla mostra di fine corso scolastico suscita lo sdegno dei visitatori che non tollerano l’ironia sul razzismo. Roberta Allsworth è costretta a rimuoverlo e a negare a Enid la borsa di studio promessa per l’Accademia d’arte in un’altra città.
Demoralizzata e sull’orlo delle lacrime, Enid si presenta a casa di Seymour, ha bisogno di qualcuno che la ascolti. Bevono una bottiglia di champagne regalo di Dana e si mettono a ascoltare vecchi dischi nel cuore della notte. Seymour confessa di non essere propriamente contento della fidanzata; Enid, con l’alcol in circolazione, gli domanda perché non abbia mai chiesto di uscire a lei. Accade l’inevitabile, i due finiscono a letto insieme. Il giorno successivo, illudendosi di qualcosa che non esiste, Seymour lascia Dana ma Enid non risponde più alle sue telefonate. Come se non bastasse, i suoi superiori non gradiscono affatto lo scandalo del poster Cook’s Chicken apparso sui giornali e Seymour perde il posto.
Enid è confusa, indecisa. Accetta un lavoro che Maxine le trova a Computer Station e convince Rebecca a accettarla ancora come compagna di appartamento. Alla ricerca di Enid, Seymour si imbatte in Rebecca, che gli rivela il tiro mancino dell’annuncio sul giornale; l’uomo è convinto che Enid si sia divertita alle sue spalle, si reca nel negozio dove lavora Josh con intenzioni aggressive ma viene mandato all’ospedale da un cliente. Enid gli fa visita durante la degenza e gli rivela che dopo i primi tempi non ha più pensato a lui come a un perdente, bensì a un originale. Uscita dall’ospedale, Enid fa pace con Rebecca. Più tardi, girovagando per le strade della città, vede il vecchio Norman salire su un bus che si arresta alla fermata soppressa. Seymour torna da sua madre ed inizia una terapia con una psicologa,
Una sera Enid prende una borsa con alcune cose e si incammina per le vie della città quasi deserta, raggiunge la fermata del bus dove stazionava Norman. Poco dopo una corriera si ferma, la ragazzina sale e l’automezzo si allontana, scomparendo sotto le luci della sera.
Proiezione: Sabato 3 dicembre
Ore: 16,00
Location: Fondazione Paolo Grassi
Nausicaä della valle del vento
Dal fumetto “Nausicaä della valle del vento” di Hayao Miyazaki
La storia si svolge mille anni dopo i sette giorni del fuoco, una spaventosa guerra termonucleare che ha annientato la civiltà umana e buona parte dell’ecosistema terrestre originale. A causa della distruzione portata dai guerrieri invincibili, giganteschi automi biologici creati dall’uomo e dotati di armi a raggi termonucleari, l’intero pianeta è stato sconvolto e trasformato. I pochi esseri umani superstiti vivono in due grandi regni — Tolmechia e Pejite — e in piccole enclave isolate, mentre gran parte del pianeta è ricoperta da una immensa foresta, la Giungla tossica, in cui vivono enormi e mostruosi insetti mutati e piante che rilasciano nell’atmosfera spore velenose, minacciando la sopravvivenza degli insediamenti umani. La Giungla tossica si espande lentamente ma inesorabilmente e alcune enclave rimaste, come la Valle del vento, sopravvivono solo perché sopravento rispetto al flusso delle spore rilasciate dalle piante. In questa epoca la civiltà è regredita a una sorta di Medioevo, sebbene siano sopravvissuti retaggi tecnologici dell’antica civiltà (in particolare alcune macchine volanti e le armi da fuoco). Un’antica leggenda viene tramandata di generazione in generazione e parla di un condottiero vestito di azzurro che camminando su un cielo d’oro porterà l’umanità verso una terra pura e libera dai miasmi della Giungla tossica.
Nella Valle del vento vive Nausicaä, una ragazza determinata e coraggiosa, unica figlia del sovrano Jihl, amata e venerata dal suo popolo. Mentre gran parte degli uomini sopravvissuti alla catastrofe vive in un rapporto conflittuale con la nuova natura minacciosa, Nausicaä, forte del suo amore per ogni forma di vita, cerca di capire le cause del mutamento e la vera essenza della Giungla tossica. Al contrario di chi ritiene che la giungla possa essere combattuta e distrutta col fuoco, Nausicaä comprende che è possibile convivere con essa e che le piante sono rese velenose dall’inquinamento lasciato dall’uomo secoli prima con la guerra nucleare. In un suo laboratorio segreto, infatti, Nausicaä è riuscita a coltivare piante e funghi della giungla del tutto inoffensivi per l’uomo, alimentandoli con acqua pura.
L’armonia della Valle viene tuttavia interrotta dall’improvviso arrivo di una nave volante che si schianta fra i campi dopo essere stata attaccata da insetti giganti. La nave — appartenente all’Impero di Tolmechia — trasporta numerosi prigionieri di guerra del Regno di Pejite e soprattutto uno strano ordigno che sembra vivente. In seguito a questo schianto giungono nella Valle altre navi di Tolmechia, stavolta cariche di soldati. I tolmechiani sono guidati dall’ambizioso Kurotowa che a sua volta obbedisce agli ordini della regina Kushana. Jihl viene ucciso e Nausicaä presa in ostaggio, mentre la popolazione viene precettata per servire Tolmechia nel recupero dell’ordigno. I cittadini della Valle scoprono quindi che i regni di Tolmechia e Pejite sono scesi in guerra l’uno contro l’altro per il possesso dell’ordigno che si rivela essere il cuore dell’ultimo guerriero invincibile rimasto, da cui le opposte fazioni sperano di poter far risorgere la mostruosa macchina vivente, per eliminare i loro nemici e distruggere la giungla. Nausicaä tenta invano di denunciare questa strategia suicida: facendo arrabbiare gli insetti, infatti, la Giungla tossica si espande e le città distrutte vengono rapidamente infestate dai funghi, diventando così inabitabili.
Nausicaä, tratta in ostaggio insieme a un piccolo contingente di uomini della Valle, riesce a liberarsi durante un combattimento fra la flotta tolmechiana e un caccia di Pejite. Abbattuta, precipita nella Giungla tossica con il pilota pejitiano, che si rivela essere un giovane nobile, Asbel. Sprofondando nelle viscere della Giungla tossica i due scoprono che sotto le radici delle piante l’aria non è più mefitica e scorre acqua limpida: le piante infatti filtrano l’inquinamento causato dall’uomo per lasciare l’ambiente di nuovo pulito. Forti di questa scoperta i due tornano indietro per scongiurare il rischio che il guerriero invincibile venga usato per bruciare la giungla — con la conseguenza di vedere le sue spore diffuse in tutto il mondo dalle fiamme — ma devono constatare che Pejite, ridotta alla disperazione sotto l’attacco di Tolmechia, sta usando gli insetti come arma finale. E dunque che un’orda di mostri-tarlo è stata indirizzata contro la Valle del vento, utilizzando come esca un cucciolo crudelmente ferito, perché spazzi via il cantiere tolmechiano dove il guerriero invincibile sta lentamente rigenerando a partire dal suo nucleo.
Il guerriero invincibile, attivato anzitempo da Kushana, si autodistrugge nello sforzo di utilizzare le sue armi termonucleari contro l’orda di insetti, mentre Nausicaä, recuperato il cucciolo di mostro-tarlo, riesce a fermare l’attacco solo a prezzo della vita. Placati dal sacrificio della ragazza e dalla restituzione del loro cucciolo, i mostro-tarli si fermano e circondano Nausicaä esanime, iniziando a toccarla con i loro tentacoli e sollevandola in cielo. Nell’incredulità del popolo della Valle del vento e dei superstiti degli eserciti invasori, la ragazza riprende vita. La visione di Nausicaä con la veste tinta d’azzurro dal sangue del cucciolo di mostro-tarlo camminare su un tappeto di tentacoli color oro, fanno sì che il popolo riconosca in lei l’incarnazione del condottiero vestito di azzurro che cammina su un cielo d’oro dell’antico mito. L’esercito di Tolmechia si ritira in pace e i superstiti di Pejite si uniscono agli abitanti della Valle, mentre Nausicaä guida il suo popolo alla ricostruzione dalle distruzioni della guerra. Il sacrificio di Nausicaä e il compimento della profezia hanno indicato all’umanità una via di pace, comprensione reciproca e convivenza con la natura.
Proiezione: Domenica 4 dicembre
Ore: 11,00
Location: Fondazione Paolo Grassi
Magnus – Il segno del viandante
Questo documentario ripercorre la carriera di Roberto Raviola, in arte Magnus, uno dei più’ grandi fumettisti italiani. Se non avesse dedicato la vita a quest’arte, i protagonisti delle nuvole parlanti racconterebbero storie diverse. A lui si deve l’ampliamento delle tematiche del fumetto tra gli anni ’60 e ’70.
Realizzato in occasione del ventennale della scomparsa del celebre fumettista, questo documentario racconterà l’arte e la carriera di Roberto Raviola attraverso le testimonianze di chi ha lavorato con lui. Giovanni Eccher, noto anche per essere uno degli sceneggiatori di Nathan Never, ha arricchito il suo documentario con le testimonianze dei disegnatori Giovanni Romanini e Sergio Tisselli, degli editori Sergio Bonelli e Luigi Bernardi, di critici e studiosi come Giulio C. Cuccolini e Franco Spiritelli.
Proiezione: Domenica 4 dicembre
Ore: 16,00
Location: Fondazione Paolo Grassi